mercoledì 23 ottobre 2013

Bambine

Lucia a gennaio era ancora in seconda media, a quasi 16 anni, poi si è “ritirata”, e  a giugno ha fatto l’esame da privatista. 
Anni persi perché non scrutinata, troppe assenze, anno dopo anno sempre di più. 
Non le piaceva andare a scuola. 
A me non  sembrava una ragazzina stupida, Lucia.
Anzi, forse  troppo sveglia, troppo avanti nella conoscenza delle cose del mondo, rispetto alle sue ormai non più coetanee. 
Il suo compito all’esame  – scrivi una lettera etc etc - era piuttosto sconcertante.
Lucia scriveva del bambino che avrebbe avuto, delle sue paure e del suo non sentirsi all’altezza.
Pianti, abbracci, consolazioni e occhi di riguardo da parte di tutta la Commissione. 
(mi era venuto il dubbio che  fosse tutta  una sceneggiata)
Non credevo fosse una ragazzina tanto stupida. 

Lucia è tornata a scuola, a salutare, a mostrare il pancione. 
Un palloncino su un corpicino esile esile, minuto minuto.
E’ una femminuccia, dice. 
(una bambina in una bambina)
Baci, abbracci, commozione, una  collega che dice una scelta coraggiosa, una scelta di vita, brava brava. 
E io no, non ce la fò. 
Mi sento ingiusta e cattiva, ma tant’è. 
Mi è calata addosso una tristezza infinita. 

domenica 20 ottobre 2013

Incubo di una notte di mezza estate (inizio autunno, meglio)

Shakespeare.
E chi non lo conosce, almeno per sentito dire.
La lettura  del saggio di Nadia Fusini,   sua traduttrice appassionata, "Di vita si muore",  ebbe  il devastante effetto di farmi sentire un’emerita ignurante,  dato che di Shakespeare poco e niente conosco in modo diretto delle sue opere,  in quanto lessi  soltanto “Romeo e Giulietta” - passato remoto a tutti gli effetti  - ,  nel pleistocene, mentre tentavo di imparare l’albionico idioma.
Testo in lingua originale con traduzione a latere.
(lessi la traduzione a latere)
Poi, di Shaskespeare  è rimasta solo la fama, e l’alone di grandezza tramandato in citazioni casuali, e il ricordo  incastonato nel film L'attimo fuggente, il sogno birichino di far l’attore nello stralcio della rappresentazione di Sogno di una notte di mezza estate.
“Se noi ombre vi abbiamo offeso, fate conto di aver dormito.”
Ora, posso vantare nel mio nutritissimo carnet anche la lettura integrale di codesta commedia, attinta direttamente dal web.


Un altro teatro, un’altra compagnia.
Una di quelle fatte da giovani attori, una di quelle che mettono in scena rappresentazioni per le scuole.
Devo far conto di aver dormito, non perché le ombre mi abbiano  offeso, anzi, i ragazzi sul palco son stati davvero bravi.
O meglio, non devo proprio far conto di aver dormito, se   tutto  l’ambaradan ha anche  avuto il merito di spingermi a leggere il testo integrale della commedia   per verificare fino a che punto è arrivato lo sfregio.
Chi, nel soggetto del  film  L’attimo fuggente , ha scelto proprio questa opera teatrale di Shakespeare, mica l’ha fatto a caso. 
(ci azzeccava proprio alla perfezione, Otello  non avrebbe avuto lo stesso effetto)
La finzione teatrale  nella finzione cinematografica conserva dell’opera di  Shakespeare il timbro lieve, giocoso e sognante e trasognato.



Tradurre è tradire.
(Anche reinterpretare è in qualche modo tradurre, dunque tradire)
Però c’è tradimento e tradimento.
Nulla impedisce di trasformare radicalmente un’opera, di contaminarla con altre, di  riprodurre pari pari dei versi o delle sequenze e di tagliarne altri, di fare aggiunte improbabili, sintesi, omissioni,   di creare degli ibridi.
Sarà alla fine una cosa diversa da quella da cui è partita.
Che lo si dica, però.
Non sarà più Il sogno di una notte di mezza estate, ma  potrebbe trasformarsi nell’incubo di una notte di mezza autunno.
Soprattutto se Puck è un metallaro con la faccia dipinta da  Jocker che sghignazza continuamente , se Oberon  sembra  Neo di Matrix, se le fatine indossano tutine in latex,  se la banda di artigiani è uno scomposto quartetto di vasciaioli parlanti (urlanti, la verità) solo in dialetto napoletano.
Soprattutto se si perdono totalmente di vista - date le mille distrazioni cabarettistiche e gli ammiccamenti all'estetica contemporanea -   il senso degli equivoci e le riflessioni sull’amore, sulla finzione, l’oscillazione tra il diosiniaco e l’apollino, la mescolanza tra dimensione onirica e vita reale.


(i miei ragazzi non ce li porto, ecco)

mercoledì 16 ottobre 2013

Controiatture

Lo avevo già visto da queste parti, negli ultimi anni, sempre con lo stesso effetto straniante. 
Non è certo la stessa cosa vederlo in azione  nella periferia urbana tra i palazzoni di cemento e il plexiglass piuttosto  che tra i vicoli del centro storico. 
Erano state le urla, gli strepiti, il clangore metallico di una mazza battuta, a spingermi alla finestra. 
Passava, con la sua mise trasandata, la giacca larga larga nera, certe scarpacce nere, i pantaloni neri così lunghi da fare plissè sulle caviglie, il cappellaccio,  l’ambaradan di corni appizzati sui baveri  e l’incensiere che dispensava fumo e puzza. 
Si fermava in ogni negozio,  dal merciaio, dal pasticciere, dall’assicuratore, dal tatuatore, dal giornalaio (e poi non ne vedo più dalla finestra), e immagino che nessuno gli abbia mai negato qualche spicciolo per  il suo straordinario servigio di scacciare il malocchio, la sfiga, la crisi. 
L’uomo della crisi. 
Oggi l’ho visto in piano, non dall’alto. 
Mai così da vicino. 
Era in un bar, a sciorinare  alluccando come un pazzo furioso scongiuri e controiatture,  mentre roteava la caccavella con l’incenso. 
E mannaggia alla morte che m’è venuto scuorno di entrare, posare l’ombrello grondante che nel frattempo ci stava l’iradiddio della pioggia, tirare fuori il cellulare nuovissimo che sicuramente fa anche le fotografie belle ma non so come si usa e avrei fatto sicuramente una quindicina di figure di merda contemporaneamente,  che almeno il particolare del cappellaccio avrei dovuto immortalarlo per sempre. 
Sul cappello stamattina si ergeva  fiera una tigre. 
Una tigre di peluche.
[Una tigre di peluche??]
Eh. 
Chiossape quanto fa la tigre nella smorfia. 
[ chiossape quali traslati simbolici tiene la tigre, che forse una ciucciuettola ci sarebbe stata meglio. 
Un poco di serietà, e che diamine!]

martedì 8 ottobre 2013

Neo e Invalsi

Io poi glielo vorrei dire, a quelli dell'INVALSI, ma venite in certe classi a vedere com'è, le competenze e le oscenità che andate blaterando, come se tutti i ragazzi fossero uguali, come se tutte le classi fossero uguali, come se tutte le realtà fossero uguali, come se e come se.
Che ci si siano pure, ste maledette prove invalsi,  ma che non vengano trasformate in armi improprie, perchè  giudicare il lavoro dei docenti  dagli esiti delle prove  ( tant'è che persino nel decreto legge 12/9 n. 104  art. 16 il ministro stanzia una bella cifretta per la formazione degli insegnanti "Al  fine  di  migliorare   il   rendimento   della   didattica, particolarmente nelle zone in cui i risultati dei test di valutazione sono meno soddisfacenti ed e' maggiore il rischio socio-educativo", e non voglio  chiedermi chi forma gli insegnanti, e che altro giro di magna magna è questo della formazione!) è una aberrazione palese.
Se mi dovessero valutare dopo aver analizzato i risultati conseguiti da una delle mie classi, sarei impietosamente bocciata, e dovrei di corsa sottopormi a corsi di formazione sotto vuoto spinto,  ma se mi dovessero valutare dopo aver analizzato i risultati conseguiti da un'altra mia classe mi farebbero i complimenti. 
E che è, non sono forse la stessa a destra e a manca?
(a manca ci butto molto più sangue, ma tant'è, non si direbbe proprio, visti i risultati). 
E' che ci penso, mi angoscio, mi torturo, su come addestrare la mia classe debole al superamento dignitoso della prova invalsi che farà media all'esame, ma c'aggia fa se a mò di esempio,  dopo aver dedicato la lezione precedente alla spiegazione, dopo aver assegnato una ricerca da fare a casa - bypassata da quasi tutti, che l'internet serve per feisbuc e basta, succede che...

Ma ragazzi, riflettiamo anche  sulla parola. Neoclassicismo. Neo e classicismo. Classicismo, lo sapete vero, è tutto ciò che si riferisce alla cultura classica, la cultura  dei greci e dei latini, infatti, chi di voi [nessuno]  andrà al liceo classico, studierà a differenza degli altri liceali anche il greco e il latino.
E neo? cosa significa neo? pensate alla parola neonato. NEO NATO.
(in coro) E' un bambino
Certo, è un bambino, ma è appena nato, è un NUOVO nato. 
Dunque, ritornando alla parola Neoclassicismo, cosa vorrà mai dire quel neo attaccato alla parola classicismo?
(in coro) Vuol dire NATO, pressorè!