sabato 24 novembre 2012

Sciopero


L’ho sempre saputo che lo sciopero dei docenti è una grande stronzata.
[Cui prodest?]
Non si ferma la produzione, non si danneggia il padrone, non si rompono le balls a nessuno anzi si fanno contenti i ragazzini che alèèèè, è sciopero, facimm burdello.
Eppure stavolta mi sembrava proprio il caso, ‘fancapa che la legge di stabilità è stata emendata dall’infamia delle 24 ore (come a dire, o ne fai 18, o ne fai 24, è la stessa cosa, che ti cambia, sempre un magnafranchi a sbafo resti), restano i finanziamenti alla scuola privata e i tagli a quella pubblica, resta il fatto che il dietrofront non cancella l’onta, resta il fatto che la strada presa, crisi o non crisi, non è giusta.

L’ho sempre saputo che lo sciopero dei docenti è una grande stronzata.
Eppure stavolta pensavo fosse diverso, dopo tanti chiagnistei, dopo tanti borbottamenti, dopo tante facce indignate e schifate.
5 su 70.
Una percentuale esorbitante, direi.
Chi osa dire niente, è questione di libertà, ognuno sa i cazzi suoi, un tot di  euro in meno a fine mese, soprattutto prossimo,  pesano.
Molto meglio martellare i ragazzini invitandoli a non venire a scuola e poi farsi un giorno di vacanza didattica, una chiacchiera tira l’altra, un caffè e una sigaretta, madonna che pace e che silenzio in questa scuola, 6 alunni su 400,  mica siamo fessi.
Io, modestamente, sono fessa.

E dire che  l’ho sempre saputo che lo sciopero dei docenti è una grande stronzata.
(Ogni volta che l’ho fatto mi sono sempre magnata le mani. Oggi pure il fegato.)

Nella prossima vita voglio fare l’idraulico.

sabato 17 novembre 2012

Come fai fai...


"Devo parlare con lei, signora. Ma non oggi, domani."
Lei è la madre di F.
F. è  una ragazzina difficile, e da un po’ è molto più irrequieta del solito.
(borderline, si dice)
Sua madre  non l’avevo mai vista in due anni.  
E’ venuta  a portare la torta per far festeggiare a scuola i 14 anni di sua figlia.
Il giorno dopo, la incontro.
Mi chiedo  come mai sia venuta.
(non credevo lo facesse)
Comincia dicendo : "'O saccio, chell ca mi vulite dicere. Se F. fa cose che non stanno bene, io dico hai ragione, devi sputare in faccia a tutti quanti." 
Continua a parlare per un’ora. 
Non di F., di lei. 
Ogni pensiero  è concluso  da una  sputazzata in faccia:  all’ex marito, all’ex compagno, alla madre, alle sorelle, agli assistenti sociali, al sindaco, ai politici. 
Al padreterno  poco ci manca, è religiosa  la signora, intervalla le sputazzate con citazioni bibliche. 
Mi dico che è inutile parlare:  il problema di F. è sua madre.
Soprattutto quando scopro che è in procinto di partire per l’Inghilterra. A cercare fortuna. Da sola.
(non so se sia più squilibrata o disperata)
“E F.? non c’è una zia, una nonna, una cugina, una vicina di casa che si prenda cura di lei?”  
La risposta è sempre che c’è da sputare in faccia.

F. resta da sola, con il fratello poco più grande che lavora e a casa non c’è mai e quando c’è a volte la mena. 
A 14 anni si prepara il pranzo, la cena, si lava le mutande e se si sveglia  di notte non ha nessuno che la scuota dai brutti sogni e se e se. 

Se non viene a scuola, come tutti i suoi compagni , chè quando c’è sciopero dei docenti c’è il filone degli studenti, si fa la giustifica da sola. 
Compila la pagina del  libretto e la firma. 
“Mamma a casa non c’è.”

Vorrei proteggerla, vorrei difenderla, vorrei prendermi cura di F.
Ma se faccio  relazione ai servizi sociali, F. non avrà neanche più neanche il suo letto in cui dormire e nemmeno le amichette di scuola con cui parlare al mattino.

Qualunque cosa si faccia, o si possa fare (qualunque cosa io faccia, o possa fare),  è sbagliata. 

domenica 11 novembre 2012

Brouchtoucaille


"Nella Città Natale la si prepara così: prendete cavoli, carciofi, spinaci, melanzane, lattughe, peperoni, crescioni, scorzoni, cetriolini, chiodini, zucchini, bietole, nespole, sorbole, cocomeri, tuberi, datteri, fave, cipolle, lenticchie, pannocchie di granoturco e noci di cocco;  sbucciate, pelate, pulite, tagliate, tritate, macinate, triturate, passate, stufate, sgocciolate, filtrate, buttate, raccogliete, diluite, sublimate, concretizzate, sistemate, preparate e cuocete parte in acqua, parte in olio d’oliva, parte in olio di noce, parte in grasso di bue, parte in grasso d’oca. Prendete poi alcuni animali vivi, mammiferi maschi e volatili femmine. Sgozzateli, scuoiateli, tagliateli, divideteli, affettateli, infilzateli nello spiedo e arrostiteli. Amalgamate in un grande paiolo una salsa a base di olio, aglio, aceto, senapi varie, tuorli d’uovo, cognac di qualità, pepe, sale, peperoncini, zafferano, cumino, chiodi di garofano, timo, alloro, zenzero e paprica. Introducetevi l’elemento animale che correggerete con l’elemento vegetale. Mescolate e rimescolate e quando sarà arrivato il momento servite nel grande piatto atavico che avrete avuto cura di non lavare dall’ultima Festa."

Raymond Queneau  - Tempi duri, Saint Glinglin!



E' la  ricetta del piatto tipico della Città Natale in occasione della festa di Saint Glinglin.
Ecco, questo libro di Raimondino  è proprio una brouchtoucaille.
Il sostrato filosofico, la concettualizzazione, l’infarcitura di riferimenti coltissimi e l’esercizio linguistico  non sono nascosti, ma neanche tutti visibili e distinguibili.
(figurarsi comprensibili).
Si provasse a magnare una roba come la brouchtoucaille, vorrei proprio vedere che guazzabuglio di sapori, chi mai riuscirebbe a distinguerli se non avesse a portata di mano la lista degli ingredienti, e signora  mia, alcuni pure vaghi, chè tra i mammiferi maschi ci stanno i vitelli e i  montoni, ma pure gli elefanti e i delfini.

 “al lettore il compito di scoprirle (le interpretazioni del testo), dato che – perché non si dovrebbe esigere un certo sforzo dal lettore? Gli si spiega sempre tutto, al lettore. Finirà per offendersi a forza di vedersi trattato con tanto disprezzo, il lettore.”


Sarà, ma a me detta così pare che voglia pigliare per i fondelli, il Queneau.
Perché se è vero che il lettore è creatore di senso (non a caso l’ermeneutica, oibò), è pur vero che  a voler scoprire le infinite interpretazioni del testo si può pure arrivare a dire che la parola stella  a pagina x del libro di rkafojioa è un chiaro riferimento alla stella che move il caizer di tutto l’universo.

Glinglinglin mi ha fatto pensare ai ggiovani.
Poco c’entra il fatto che nel romanzo c’è la manipolazione letteraria del complesso edipico.
(poco c'entra anche il libro).
Mi ha fatto pensare alle loro certezze, al modo che hanno di impostarsi verso il mondo, alla loro “rigidità” nel sostenere le opinioni, anche se dannatamente sbagliate, al fatto che si sentono in dovere non tanto di dimostrartele, quanto di buttartele in faccia, stracoglionandoti  con i loro assiomi.
[alla disposizione al martirio e al sacrificio, negli animi più accesi]
La maturità, quella bella e vera (che per qualcuno può non giungere mai), è l’età in cui non si ha bisogno di dimostrare niente.
Non c’è bisogno di urlare.
Ecco.
Alcune opere di Queneau sembrano urlate, anche se a bocca chiusa.
(l’ossimoro è una figura retorica straordinaria)

lunedì 5 novembre 2012

Groupon


“Ma come, non hai mai usato Groupon? Ci sono certe occasioni!”
Tempi di magra, sfizi pochi. A meno che non siano occasioni.
(te lo regalo, lo vuoi?)
Mi lasciai convincere. 
Mi iscrissi.
Subito mi balzò agli occhi e al desiderio un’offerta per n. 3 massaggi a soli 39 euro.
Caspita, pensai. 
[me lo faccio passare lo sfizio, sicuramente sono massaggi più sicuri di quelli che mi voleva propinare la cinese sulla spiaggia, a cui a malincuore pure rinunciai.]
Comprai il coupon. 
Pagamento anticipato, immediato, con prepagata o paypal, e prenotazione allo scadere dell’offerta.
Peccato  non riuscire a  prenotare.
La risposta alla telefonata aveva due varianti: ora il titolare non c’è richiami più tardi,  lasci il numero di telefono richiameremo noi.
Un mese di tentativi.
Ad onor del vero,  il signor Groupon nella persona di un cortese centralinista,  a cui mi rivolsi  per avere lumi a riguardo, dopo una verifica (attenda in linea  per piacere faccio un controllo – 10 minuti -  “il partner non è in grado di soddisfare le richieste”),  mi rimborsò  del già versato, caricandolo sul mio conto.
Vabbuò, primo tentativo fallito.
Perso per perso, ormai i soldi erano congelati là, ci ho riprovato.
Ho acquistato  n. 2 coupon per un trattamento estetico  completo, per me e per la mia.
Ho telefonato e  fissato un appuntamento a distanza di quasi un mese.
Il mese è passato.
Vado.  (anzi, andiamo).
La signorina estetista (?) che ha sgabuzzino/camerino  presso un coiffeur pour homme, dice che ci aspettava per il mattino, mostrandomi  un quadernetto con una grande scarabocchiatura proprio sull’orario in cui sono sicura avevamo appuntamento. 
“L’appuntamento era per stamattina, vede?”
Alle ore 11,00  campeggia il coupon per 2 solitario.
Ora tutto può essere, ma che abbia fatto appuntamento per la  mattina, quando sia io che la mia siamo diversamente indaffarate,  mi pare troppo pure per la mia inzallanutaggine.

Insisto.
La signorina estetista ci concede un’ora di tempo,   un manicure e un pedicure a cranio, facendoci, lei dice, una cortesia e un piacere.
Per quanto possa essere inesperta di trattamenti estetici, mi pare proprio che  una pittata di unghie di mani e piedi non si possano definire  pedicure e manicure, ma tant’è, baccalà io e chi mi ha convinto agli sfizi quasi gratis.
Dopo 45 minuti, la signorina estetista si cucca i coupon e scrive un fuglietiello di carta in cui dichiara che abbiamo da completare il trattamento.
Rinuncio a priori per delusione (ma che m’aspettavo?), per la scortesia e la mancanza di professionalità dell'estetista (?) e per sfiancamento.
Dati i precedenti, sono sicura che farei  solo telefonate a vacante.
Del resto, 19 euro per manicure pedicure pulizia del viso ceretta completa  scrub e massaggio corpo di un’ora (così recitava l’offerta),  è veramente troppo poco, pure per una città come la mia.
(in Burkina Faso, forse.)
Chi troppo vuole, nulla stringe.
Soprattutto gli sfizi.
Ora mi resta un euro di credito sul conto Groupon.
E data la folla di offerte che ogni giorno trovo nella posta, tutte occasioni straordinarie, goduriose, invitanti, chissà.
(mi sono abbonata  allo strunziamento, mi sa)